INIZIO CORSI

LUNEDI' 28SETTEMBRE 2015: INIZIO CORSI PER LA NUOVA STAGIONE !



LEZIONI GRATUITE PER TUTTO IL MESE DI SETTEMBRE !!!



Per ulteriori informazioni: Claudio 347.4159020




domenica 11 settembre 2011

Paul Vunak

Paul Vunak è un artista marziale statunitense.
Nato a Pittsburgh nell'Ottobre de 1960, è l'ideatore del Progressive Fighting Systems (PFS).
All'età di 7 anni comincia ad interessarsi alle arti marziali tradizionali come il Kung Fu stile Hung Gar. A 10 anni si allena duramente nel Taekwondo, ricevendo la cintura nera a 14. Negli anni seguenti si esercita in molteplici discipline, tra cui Kempo (per il quale diventerà capo istruttore all'età di 16 anni), altri stili di Kung Fu ed Escrima, fino ad arrivare al Jeet Kune Do (JKD), sotto la guida del più famoso allievo dello stesso Si-Fu Bruce Lee, Dan Inosanto. Fu proprio quando la sua palestra di Kempo dovette chiudere che Vunak fece la conoscenza di Guru Inosanto, che accetto il giovane Paul con molto entusiasmo.
Dedicandosi a tempo pieno negli studi e negli allenamenti e dimostrando una facoltà di apprendimento impressionante, cominciò a seguire il proprio Maestro durante i vari seminari e corsi di formazione, fino a diventare il suo vice all'interno della Inosanto Academy.

Nel 1988 riceve il grado di Senior Full Instructor da Si-Fu Inosanto, cominciando ad insegnare la sua versione di JKD, incentrandosi sulla “Street Fighting” e sul concetto di preservazione. Fu così che nacque la Progressive Fighting Systems sotto la benedizione del proprio Maestro. Probabilmente fu proprio il tipo di sistema così estremo ma particolarmente efficace ad attirare la Marina degli U.S.A. Tra gli allievi di Vunak, in particolare il leggendario “Team Six” dei Navy Seals.




Fra i premi e le onoreficenze dedicati a Vunak troviamo la consegna delle chiavi della città, la proclamazione di una giornata in suo onore in Indiana (per il lavoro svolto con le forze dell'ordine) e l'elezione alla World Martial Arts Hall of Fame.

Dan Inosanto

Dan Inosanto è un artista marziale statunitense.
Nato il 24 luglio del 1936 e di origini filippine, è conosciuto soprattutto come grande insegnante di FMA (Filippino Martial Arts) e come studente di Jeet Kune Do e Wing Chun, sotto la guida dell'indimenticato Si-Fu Bruce Lee.

 





Le Arti Marziali

Si-Fu Inosanto insegna il JKD, l'Inosanto Kali, grappling, Muay Thai, Silat e tante altre arti marziali nella sua scuola a Marina del Rey, in California, la Inosanto Academy.
Egli fu istruttore per Ed Parker nell'American Kenpo Karate, prima di diventare studente presso Bruce Lee. Inoltre ha studiato presso dozzine di Maestri di arti marziali negli Stati Uniti, in Europa e nel sudest asiatico.
Dopo la morte di Bruce Lee, egli divenne il maggior sostenitore del JKD, e punto di riferimento per i praticanti di questa disciplina.
Egli ha avuto anche ruoli minori in molteplici film, incluso L'ultimo combattimento di Chen del 1978.
Inosanto continua ad insegnare ed a condurre seminari in giro per il mondo e presiede un numero enorme di scuole di arti marziali.
Come studente, Inosanto vanta titoli di istruttore o cinture nere in ben 7 arti marziali, avendo ricevuto di recente la Cintura Nera nel Brazilian Jiu-Jitsu stile Machado.

 

Studenti famosi

Tra i più famosi studenti di Inosanto ci sono: il genero Ron Balicki (sposato con la figlia Diana Lee Inosanto), Angelo Sanna ,Erik Paulson, Stephan Kesting, Burton Richardson, Larry Hartsell, Jeff Imada, Brandon Lee, Paul Vunak, Pat Tray, Cass Magda, Rick Faye, Tim Tackett, Mark Stewart, Pedro Rodriguez, Rick Tucci, Mark Mikita, Steve Grody, Norman Wilson, Dwight Woods, Steve Tarani, Bob Breen, Nino Pilla e Terry Gibson. In più molti Dog Brothers hanno studiato da lui.
Adesso Inosanto conduce seminari in giro per il mondo, aiutato sempre più spesso dalla figlia, Diana Lee Inosanto.

Bruce Lee




« Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un Judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento. »
(Bruce Lee)
Bruce Lee è senza ombra di dubbio l'attore più ricordato per la presentazione delle arti  marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali, facendo aumentare per la prima volta ed improvvisamente anche l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente.
<><> <><> <><>
 
Statua di Bruce Lee a Hong Kong


Penultimo di cinque filgi, Lee nacque a San Francisco il 27 novembre 1940, nell’ora e nell’anno del Drago, ma crebbe a Hong Kong, dove la famiglia fece ritorno a tre mesi dalla sua nascita.
Tra i nomi datogli dai genitori, "Li Yuen Kam", "Jun Fan" (che significa letteralmente "ritorna ancora") e "Sai Fung" ("piccola fenice"). Un altro nome, "Li Xiao Long", ne sottolineava invece il carattere esuberante, che durante l'infanzia trascorsa a Hong Kong lo portava a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Per questo il padre, dopo alcune piccole nozioni di Tai Chi Quan, decise di iscriverlo alla prestigiosa scuola di Wing Chun sotto gli insegnamenti del Maestro Yip Man, con il quale Bruce Lee studiò per molti anni. Fu proprio da allora che non abbandonò più lo studio delle arti marziali.
All'età di 12 anni entrò alla scuola cattolica La Salle College. Successivamente frequentò il Francis Xavier's College, finché il suo temperamento esuberante, i continui battibecchi coi compagni, la scarsa voglia di applicarsi nello studio, nonché il rischio che potesse rovinare la reputazione della famiglia medio-borghese, indussero il padre a mandarlo a vivere da un vecchio amico negli Stati Uniti. Qui, dopo un breve periodo vissuto a San Francisco, si trasferì a Seattle, dove lavorò come cameriere. Nel 1962 riuscì a terminare la sua formazione di scuola superiore ottenendo il diploma alla Edison Technical School. Si iscrisse quindi alla facoltà di filosofia dell'Università di Washington, ma abbandonò gli studi al penultimo anno. Fu in tali circostanze che conobbe Linda Emery, sua futura moglie nell'agosto del 1964 e dalla quale ebbe due figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969.

 

Il Kung Fu e gli allenamenti

Nonostante le credenze, Lee non studiò mai il Tai Chi seriamente, in quanto non si confaceva alle sue caratteristiche peculiari, prima fra tutte, la sua notevole velocità. Dal padre imparò i concetti fondamentali di questa antica arte, che viene generalmente esercitata per mantenere una certa tonicità muscolare. Lee studiò assiduamente Kung Fu nello stile Wing Chun col Maestro Yip Man. All'inizio, gli studi di Bruce con Yip Man furono affidati a William Cheung, studente di Man, per poi continuare fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti. Uno degli studenti di maggior livello della scuola di Yip Man fu Wong Shun-Leung, che si ritiene abbia avuto una grande influenza sull'allenamento di Lee.
Attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato occidentale, vincendo nel 1958 il titolo interscolastico di boxe. Batté infatti il tre volte campione Gary Elms con un K.O. al terzo round. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter, all'epoca campione di questa disciplina. Questo approccio a 360º distinse sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo "stile senza stile" che fino ad allora chiamava “jun Fan Gung Fu”: nacque il Jeet Kune Do.
Il suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire e aumentare la massa muscolare. Tuttavia, fu sempre attento nel sottolineare quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell'allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Al fine di allenare specifici gruppi di muscoli, Lee si avvalse di attrezzature appositamente progettate e costruite.
Il 13 agosto del 1970, contrariamente a tutte le leggende nate in seguito, subì un grave infortunio a causa di un errato preriscaldamento dei muscoli della schiena in un allenamento di sollevamento pesi: gli esami clinici mostrarono uno stiramento al quarto nervo sacrale, nella parte inferiore della schiena. Durante il periodo di convalescenza, iniziò a dedicarsi alle religioni, alla filosofia, alle arti da combattimento e agli scritti di Jiddu Krishnamurti. Il periodo di inattività fisica gli offre anche l'opportunità di documentare i metodi di allenamento, che in seguito verranno raccolti e pubblicati dalla moglie Linda nel libro The Tao of Jeet Kune Do. Nell'arco dei successivi sei mesi, riuscì a recuperare agilità, velocità e potenza.

 

Carriera cinematografica

Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all'età di tre mesi, quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl del 1941. Successivamente, fra i sei ed i diciassette anni, partecipò alla realizzazione di ben sedici pellicole.
La prima grande svolta avvenne quando il produttore della serie televisiva Batman e Robin, William Dozier, ebbe l'occasione di visionare i filmati di Lee al Campionato Internazionale di karate, tenutosi a Long Beach il 2 agosto del 1964. L'esibizione incluse varie dimostrazioni, tra le quali flessioni su pollice ed indice e il suo noto "pugno a un pollice". Colpito dalle notevoli capacità fisiche, Dozier invitò Lee per un'audizione, grazie alla quale si aggiudicò una parte nelle serie televisive Il calabrone verde, per la stagione 1966-1967. Successivamente ottenne ruoli anche nelle serie Ironside, Longstreet, Here Come the Brides e, nel 1969 nel film: L'investigatore Marlowe.
Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film Il furore della Cina colpisce ancora del 1971 e Dalla Cina con furore del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. Successivamente fondò una propria casa di produzione, la Concord Production, in società con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto la stessa collaborazione co-produsse, scrisse, diresse e interpretò L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema. Richiese tre giorni di riprese, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee.
Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I tre dell'Operazione Drago, film che lo consacrò come divo internazionale, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento e co-produttore con la sua Concord Production. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros. dopo L'esorcista, e consolidò l'immagine di Lee come leggenda delle arti marziali.

 

La morte

Il 10 maggio 1973, negli studi della Golden Harvest, durante le sessioni di doppiaggio de I tre dell'Operazione Drago, Lee fu colto da vomito, febbre alta, forti convulsioni. Venne immediatamente trasportato all'ospedale più vicino, dove riscontrarono la presenza di un edema cerebrale. Gli fu così somministrato del mannitolo, un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, e che gli salvò la vita. Lo stesso male, tuttavia, gli tolse la vita tre mesi più tardi. Si trovava a Hong Kong col produttore Raymond Chow per discutere di un film in produzione, Game of Death. Per cercare di alleviare una forte emicrania, Lee assunse una pastiglia di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato, e si addormentò senza più svegliarsi. Fu trasportato al Queen Elizabeth Hospital, dove un'autopsia fugò ogni dubbio sulla causa del decesso. Il cervello di Lee, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1400 grammi, ne pesava 1575 (un aumento del 13%). Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l'autopsia, furono i due componenti dell'Equagesic.
Il 15 ottobre 2005, Chow dichiarò che Lee morì per un'ipersensibilità al rilassante del muscolo contenuto nell'Equagesic, il meprobamato, ingrediente molto comune negli antidolorifici. Quando i dottori annunciarono ufficialmente la morte di Lee, fu dichiarato che la causa era una reazion allergica a uno o entrambi i componenti dell'Equagesic. Il verdetto finale ne confutò la «morte accidentale». Le cause della morte di Lee sono ancora oggi oggetto di discussione.
Bruce Lee giace al Lake View Cemetery accanto al figlio Brandon Lee. A portare la bara nella cerimonia tenuta a Seattle furono Steve McQueen, James Coburn, Chuck Norris, Dan Inosanto, Taky Kimura, Peter Chin e il fratello Robert.
Lee divenne un'icona soprattutto per il popolo cinese, come ritratto dell'orgoglio nazionale e per alcuni tratti nazionalistici presenti nei suoi film. Alcuni videro Lee come un modello per acquisire un corpo forte ed efficiente ed un altissimo livello di benessere fisico, sviluppando allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il contenuto violento dei suoi film, Lee era di carattere mite e fermamente contrario all'uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia.

venerdì 9 settembre 2011

Progressive Fighting Systems

Il Progressive Fighting System (PFS) è un sistema di combattimento creato da Paul Vunak e basato sul Jeet Kune Do. Il PFS è considerato un sistema molto efficace in combattimenti da strada, con l'importanza data alle testate, ginocchiate, gomitate ed al trapping. Queste tecniche formano la base di quello che è il RAT System, il
sistema di combattimento insegnato a forze speciali americane, sviluppato proprio con l'aiuto di Vunak. Vunak ha sempre sostenuto che il JKD non insegna tecniche superiori, ma sviluppa un combattimento efficace e attributi superiori. Non ci sono tecniche superiori nelle arti marziali, bensì metodi di allenamento superiori. Sempre stando a ciò che sostiene Vunak, le tecniche di JKD sono prese da altre arti marziali. L'obiettivo è quello di usare una tecnica per il più breve tempo possibile, finché la portata o la situazione non cambia, richiedendo un'altra tecnica, possibilmente di un'altra arte marziale. Questo vale anche per le tecniche ideate proprio da Vunak, come lo straight blast tirato in avanzamento rapido (a travolgere l'avversario) e le tecniche di headbutt, da usare solo ed esclusivamente quando la situazione lo permette. Caratteristica peculiare del PFS è anche l'utilizzo di protezioni pesanti durante gli allenamenti per quelli che vengono definiti crash test ovvero delle prove di aggressione a pieno contatto.

giovedì 8 settembre 2011

Escrima

 
Escrima o Eskrima è il nome di un antico sistema di combattimento filippino, conosciuto anche come Kali o Arnis de Mano, o ancora come FMA (Filipino Martial Arts).
Le tecniche di base insegnate sono estremamente semplificate. In un breve addestramento, con poco tempo a disposizione per allenarsi, solo le tecniche più semplici sono quelle che realmente possono essere usate con efficacia in battaglia. Questo permise agli abitanti delle tribù indigene, senza alcun addestramento militare, di potersi difendere da altre tribù o addirittura dall'aggressione di eserciti stranieri. A causa di questo primo approccio, l'Escrima può sembrare erroneamente un'arte marziale molto semplice da imparare.

Storia

"Escrima" in lingua filippina Tagalog ha lo stesso significato dello spagnolo "esgrima", ovvero "scherma". Il primo contatto storico del mondo occidentale con l'Escrima si ha nell'epoca delle prime conquiste coloniali che seguirono alle esplorazioni dei "nuovi mondi" scoperti dai grandi navigatori agli inizi del '500. Quando i "conquistadores" spagnoli arrivarono nelle Filippine, trovarono ad aspettarli tribù belligeranti che usavano armi tradizionali per difendersi. Ferdinando Magellano, in particolare, venne ucciso nella battaglia di Mactan del 1521 dal capotribù Lapu-Lapu: è lo stesso Pigafetta, che descrive nel suo diario di viaggio come gli indigeni uccisero Magellano con lance e con un "gran terciado (che è come una scimitarra, ma più grosso)". Dopo la conquista, gli spagnoli bandirono l'arte marziale indigena (che però rimase nascosta nelle danze e nei rituali popolari) sostituendola con la scherma spagnola. Il kali moderno risente ancora adesso dell'infuenza spagnola.
Molti ritengono che l'origine dell'Escrima si trovi nelle arti marziali indonesiane, che hanno le loro radici nel Kun Tao e nel Silat. Il Kun Tao (letteralmente la via del pugno) non è altro che una delle evoluzioni che ha avuto il Ch'uan Fa (conosciuto in occidente ed a Hong Kong con il termine Kung Fu e nella Cina moderna come Wu-shu), mentre il Silat deriva dai movimenti adottati dalle arti marziali della penisola indiana e della popolazione araba che si insediò in Indonesia verso il XIII secolo. Del resto, a partire da XIV secolo iniziò l'insediamento di popolazioni musulmane anche nel sud delle Filippine, invasione che si fermò con l'arrivo degli spagnoli: ancora oggi le isole meridionali dell'arcipelago filippino sono abitate dalla popolazione "moros" musulmana.
In realtà, gli innumerevoli stili delle arti marziali filippine hanno assorbito tecniche e schemi motori da qualsiasi arte marziale portata dai vari conquistatori delle Filippine che si sono succeduti nel corso della storia: indiani, arabi, spagnoli (con accompagnamento di portoghesi ed italiani), americani, giapponesi.

Escrima oggi

Ritenuta la migliore arte per imparare ad usare i coltelli ed a difendersi da essi, Escrima ha attirato persone non necessariamente interessate al suo aspetto culturale. Come conseguenza, molti sistemi di Escrima sono stati modificati, per renderli più "vendibili" ad un pubblico esteso. L'infuenza di altre arti marziali asiatiche sul modo di proporsi "sul mercato", ha portato ad una enfatizzazione del trapping, del controllo e del disarmo, focalizzandosi sull'aspetto dell'autodifesa. D'altra parte, il Kali-Arnis-Escrima non si è evoluto in senso sportivo come altre arti marziali (soprattutto giapponesi e cinesi), mantenendo una certa impronta guerriera dovuta alla sua origine (l'uso delle armi ne è insieme la causa e la diretta conseguenza).
I moderni metodi di allenamento tendono a curare meno il "footwork" e le tecniche di piede (che peraltro vengono assimilate con gli esercizi come veniva fatto anche anticamente) e le posizioni basse del corpo (che comunque erano adottate da non molti stili di Arnis/Escrima) soffermandosi sempre di più su tecniche dirette, maggiormente adatte ad essere imparate da chi non ha la possibilità di dedicare moltissimo tempo a queste discipline e che possono sembrare più efficaci, soprattutto in contesti in cui è richiesta una reazione immediata che non abbia avuto la necessità di anni e anni d'allenamento per essere acquisita.
Un altro campo in cui la disciplina si sta espandendo è il sincretismo con le tradizioni di scherma Europea, medioevale e rinascimentale, direzione in cui la sta sviluppando Master Bill Newman, allievo diretto di Latosa ed ora responsabile WTO per l'Escrima, così come sta approfondendo analogie e similitudini tra Kali-Arnis-Escrima e scherma rinascimentale italiana anche il Maestro Maurizio Maltese (uno dei quattro soci fondatori dell'AKEA prima, e fondatore dell'ISAM poi).

Non è raro veder praticare Escrima insieme ad arti marziali cinesi come Kempo e soprattutto Wing Chun nonché Jeet Kune Do. Nelle filippine molti maestri di Escrima ormai praticano come sistemi a mani nude anche discipline giapponesi come il Karate o lo Judo. Pochi sono quelli che, depositari della tradizione, ancora conservano l'arsenale disarmato autoctono originale. I collegamenti con l'Occidente si devono a Dan Inosanto. Fu proprio grazie a quest'ultimo che l'Escrima venne diffusa e conosciuta in tutto il mondo. Merito di Inosanto, infatti, è quello di aver dato senso, logica e didattica ad un'arte marziale (o meglio ad un corpus di arti marziali) altamente carente in tal senso. Le Arti marziali filippine, infatti, in quanto sistemi familiari, non possedevano una progressione didattica né una struttura ben definita e coerente di tecniche. I promotori di questo tipo di allenamento sostengono che le arti siano davvero simili in moltissimi aspetti, e negli altri siano complementari. Nel Wing Tsun (principalmente in quello della scuola EBMAS) l'escrima Serrada della scuola di Renè Latosa rappresenta il completamento dell'area del combattimento armato (nel Wing Tsun le armi tradizionali sono i coltelli a farfalla e il bastone lungo) inoltre è perfettamente armonica con molti principi dell'arte, quali il Dinamismo rivolto verso l'avversario, l'importanza di trovarsi offline, il sistema di spostamenti sul Triangolo per maggior sicurezza durante l'esecuzione delle tecniche, lo studio dell'uso del corpo e l'attenzione sensibile alle pressioni avversarie. È anche vero che in America, l'Escrima è ritenuta da molti più affascinante e facile da proporre insieme alle arti marziali asiatiche e questo spiega, in parte, il proliferare di stili e sottostili la cui reale efficacia e praticità è stata messa a volte in discussione.

Armi

La particolarità che più colpisce dell'Escrima è che si comincia lo studio dell'arte marziale imparando subito ad usare le armi. Successivamente si passa al combattimento a mani nude applicando le tecniche, le famiglie di movimento e le tattiche di combattimento apprese con le armi. Tutte le altre arti marziali cominciano sviluppando l'abilità nel combattimento a mani nude, per anni, prima di passare eventualmente alle armi. Questa particolarità delle FMA, è giustificata dal fatto che per imparare il combattimento a mani nude si usano gli stessi esercizi del combattimento armato, ponendo nella memoria fisica il fulcro di tutto l'addestramento. Secondo i maestri filippini, avere la disponibilità di un'arma pone in vantaggio durante un combattimento, inoltre, durante l'apprendimento dei movimenti e delle tecniche, utilizzare un'arma focalizza l'attenzione e velocizza i movimenti: doti che diventano utili anche nello scontro disarmato ed indispensabili in caso si fronteggiasse a mano nuda un avversario armato. Un'altra opinione di questi maestri, è che non ci si riesce a difendere da certe armi (ad esempio il coltello) se non si conosce a propria volta come usarle. Quando non si ha un'arma a disposizione (anche di fortuna), il corpo stesso deve diventare un'arma!

L'arma più comunemente utilizzata per cominciare l'apprendimento dell'Escrima è il bastone in rattan (chiamato "olisi", "yantok" o "baton" o "baston" a seconda dello stile), lungo all'incirca quanto il braccio del praticante, con una lunghezza che può variare dai 45 ai 70 cm. Altri bastoni usati per l'allenamento possono essere fatti con legni più duri e resistenti del rattan. Si usano anche bastoni d'alluminio o realizzati in plastiche molto resistenti. In molti sistemi si comincia con l'imparare il combattimento con due armi, che possono essere due bastoni, due coltelli o un bastone e un coltello (sistema chiamato "espada y daga"). Altre armi tradizionali possono essere il bastone lungo, il bastone da pugno (pocket stick), la lancia, lo scudo, la frusta e il nunchaku, oltre alle classiche armi da taglio filippine di medie dimensioni accumunate a quelle malesi: bolo (è praticamente un machete), kampilan (arma da taglio con lama rastremata verso l'impugnatura), barong (arma da taglio con lama a foglia leggermente curvata all'interno) e kriss (arma da taglio con lama serpeggiante che esiste anche di dimensioni inferiori).

Concetti tecnici di base

Il primo concetto tecnico su cui si fonda il Kali-Arnis-Escrima è utilizzare gli stessi movimenti usati per il maneggio di un'arma anche per il maneggio di armi diverse e per effettuare tecniche a mano nuda. Infatti, osservando attentamente le dimostrazioni tecniche di vari maestri ed istruttori di Escrima, si vede la quasi identica esecuzione della stessa tecnica, sia eseguita con un bastone che a mano nuda: vi sono solo piccoli aggiustamenti per adeguarsi a distanze di combattimento diverse e per sfruttare al meglio le differenti potenzialità offerte dalla mano prensile rispetto all'arma inerte.

Altro concetto tipico dell'Escrima, che si differenzia da altre arti marziali e che si ritrova solo nella scherma (e parzialmente nel Wing Chun), è la "numerazione degli angoli": gli attacchi vengono portati seguendo particolari traiettorie che comunque rientrano in "zone" che delimitano la figura umana del bersaglio. Per comprendere questo concetto, occorre immaginare la figura umana dell'avversario divisa perfettamente a metà da una linea verticale che attraversa tutto il corpo dalla estremità superiore della testa fino al pavimento: questa divide il bersaglio in due parti (destra e sinistra). A livello dell'ombelico, la figura viene di nuovo divisa in due parti da una linea parallela al terreno: il bersaglio a questo punto, è diviso in due ulteriori zone (alto e basso, oltre alla parte mediana corrispondente alla linea stessa). A prescindere dal tipo di colpo (di punta o di taglio, ascendente o discendente...), ogni attacco rientrerà in una delle quattro zone delimitate dalla linea verticale e da quella orizzontale. Conseguentemente, i filippini hanno creato un sistema di numerazione che identifica queste zone e l'allievo che impara le difese dai vari attacchi, impara anche a gestire allo stesso modo qualsiasi tipo di colpo portato in una determinata zona. Gli stili di Kali-Arnis-Escrima sono tanti, ma tutti hanno questi quattro angoli (che diventano cinque considerando anche quello costituito dagli attacchi portati direttamente sulla linea centrale verticale) iniziali in comune: a seconda della scuola, questi angoli possono aumentare tramite ulteriori differenzazioni e distinguo in 7, 12, 15, 24 o più angoli.

Una ulteriore differenza che esiste tra arti marziali di origine cino-giapponese e l'Escrima, è quella costituita dall'enfasi con la quale si predilige l'insegnamento delle tecniche tramite l'esecuzione di "routines" assieme ad un compagno, composte da esercizi ciclici, costituiti a loro volta dalla successione delle varie tecniche fino a quel momento imparate e da ulteriori esercizi che spingono l'allievo a "sperimentare" tecniche aggiuntive e variazioni, da applicare su uno schema ciclico fisso al fine di imparare ad adeguarsi alle mutevoli condizioni di un combattimento, aumentando la propria "sensibilità" e la capacità di applicare tecniche d'opportunità. Questi esercizi, che non hanno nulla a che fare con le "forme" presenti in altre discipline, sono chiamati "Abesedario", "Sumbrada" o "Sombrada", "Hubud", "Corridas", "Tapi-Tapi", "Palis", "Contrada", "Seguida" e con tanti altri nomi, a seconda dello stile e del particolare ambito del combattimento per lo studio del quale si rivolgono (a lunga, media o breve distanza).

Non solo armi

Nonostante il Kali-Arnis-Escrima sia conosciuto soprattutto per l'uso delle armi (soprattutto armi bianche da taglio e da percussione), in quest'arte esiste anche un vasto repertorio tecnico nel campo del combattimento a mano nuda che copre sia lo scontro tra opponenti disarmati, sia la difesa disarmata da attacco armato, rendendolo uno dei sistemi di combattimento più completi nell'ambito delle arti marziali.
Tale bagaglio tecnico viene comunemente chiamato "Pangamut" e si compone di tre aspetti.
Il primo è conosciuto come "Panantukan" e riguarda l'arte di colpire e difendersi utilizzando gli arti superiori: pugni, colpi di gomito, di avambraccio o con la mano aperta sono l'arsenale di tecniche utilizzate in quella che in occidente è chiamata anche "Boxe filippina". Oltre ai colpi, sono ovviamente previste anche tutte le tecniche "difensive", quali le "parate" (composte da "deviazioni", "blocchi", "opposizioni" e "assorbimenti") e le posture del corpo e delle braccia atte a consentire un attacco rimanendo protetti da eventuali reazioni dell'avversario. Anche a mano nuda vengono utilizzati movimenti ed approcci tattici derivati dalle tecniche studiate con l'impiego delle armi come, ad esempio, il movimento "sinawalli" (che deriva dall'utilizzo di due armi di uguale lunghezza, una per mano) o il "gunting" (che prevede, in fase difensiva, la distruzione dell'arto avversario, armato o meno, che sta portando l'attacco), nonché gli "spostamenti sul triangolo".
Il secondo aspetto riguarda i modi di colpire con gli arti inferiori e viene chiamato "Sikaran" (ma anche con altri nomi a seconda dello stile e dell'area di provenienza di quest'ultimo, come "Sipa" o "Pananjackman"), contemplando l'uso di calci e colpi di ginocchio. Anche in questo caso, si studiano gli utilizzi degli arti sia per l'attacco che per la difesa, applicando anche qui il concetto di gunting. I calci previsti nelle arti marziali filippine possono essere di qualunque tipo, per quanto siano quasi sempre preferiti i calci "bassi": calci portati ad una altezza superiore all'inguine, dai filippini sono considerati pericolosi per chi li effettua, in quanto si prestano a pronte e decisive reazioni da parte dell'avversario, quali una presa della gamba calciante con conseguente sbilanciamento e proiezione, oppure un contro-calcio che colpisce una qualsiasi delle numerose zone lasciate esposte nel calciare (gamba d'appoggio, inguine o la stessa gamba calciante secondo gli schemi previsti applicando il "gunting") o, peggio ancora, la ferita (anche grave) della gamba calciante se l'avversario è armato di arma da taglio o da "botta": certamente non si vedranno mai combattenti che praticano arti marziali filippine cercare di "disarmare" un attaccante armato di coltello o "machete" con un calcio alla mano armata.
L'ultimo aspetto è il cosiddetto "Dumog" (o "Buno", secondo gli stili) che comprende genericamente la "lotta", ovvero le tecniche di "controllo", di "sbilanciamento", di "proiezione" e soprattutto le "leve", le quali rivestono una particolare importanza in questa arte marziale per il loro utilizzo anche nelle tecniche di disarmo.
Anche nel campo del Pangamut, si privilegiano esercizi in coppia che sviluppano la "sensibilità" e che sono la variante a mano nuda dei rispettivi esercizi eseguiti anche a mano armata, soprattutto Hubud-Lubud e Sumbrada.


Jeet Kune Do

Il Jeet Kune Do (JKD) è un'arte marziale sviluppata da Bruce Lee attorno agli anni sessanta. In cantonese Jeet significa "intercettare", Kune "pugno" e Do "via"; Jeet Kune Do significa, quindi, la "Via per intercettare il pugno".
Bruce Lee iniziò a praticare il Wing Chun dal maestro Yip man nel 1953, rivelandosi particolarmente dotato nelle arti marziali. Quando nel '59 si trasferì a San Francisco, Lee iniziò ad interessarsi anche di altre discipline. Lesse numerosi libri e studiò diversi modi di combattere, focalizzando il proprio interesse soprattutto sulla boxe, e imparò persino a ballare il Cha cha cha. Andando controcorrente preferì, quindi, appoggiarsi anche alle arti marziali occidentali, nonostante provenisse da un insegnamento orientale. Avendo imparato uno stile di combattimento che sfruttava i colpi da breve o brevissima distanza, Lee risultava evidentemente impreparato nel combattimento dalla distanza lunga e media, e poiché si sarebbe trovato spiazzato contro un avversario che combatte in tale modo, scelse di approfondire anche questo ambito del combattimento in modo da risultare un artista marziale completo.
Le origini di quello che Bruce Lee chiamava Jeet Kune Do, si hanno ufficialmente nel 1965, quando iniziò a insegnare Wing Chun nella sua palestra ad Oakland (California). Inizialmente chiamò l'arte marziale che stava elaborando, Jun Fan Gung Fu, il kung fu di Jun Fan (il nome cinese di Bruce Lee). Il continuo processo di evoluzione del JKD culminò quando nel 1970, a seguito di un incidente che lo costrinse a letto, Lee iniziò un'intensa attività di elaborazione filosofica e metodologica. A seguito di ciò si completò la sua filosofia/metodo di stile senza stile, nessun metodo come metodo.

« Io non ho inventato un nuovo stile, non ho composto né modificato ciò che si trova all'interno di distinte forme in "quel" metodo e in "quell'altro". Al contrario, spero di liberare i miei seguaci dall'aggrapparsi a stili, modelli, o forme. Ricordate che il Jeet Kune Do è solo un nome usato, uno specchio nel quale vedere "noi stessi"... Il Jeet Kune Do non è una istituzione organizzata della quale si può essere un membro. O si capisce o non si capisce. Non vi è alcun mistero sul mio stile, i miei movimenti sono diretti, semplici e non classici. La straordinaria forza del Jeet Kune Do risiede proprio nella sua semplicità... Sono sempre convinto che il modo più semplice è il modo più giusto. Il Jeet Kune Do è semplicemente l'espressione diretta dei propri sentimenti con il minimo dei movimenti e di energia… »

Al contrario di molte credenze popolari, il JKD non è affatto un'unione di più arti marziali o di singole tecniche prese da vari stili e assemblate tra loro, o di uno stile rigido. Alcuni lo ritengono uno stile, altri un metodo, altri una filosofia marziale. In realtà, come sosteneva lo stesso Bruce Lee, il JKD non è altro che "un tipo di arte marziale cinese semplificato ed aggiornato che esclude la distinzione in scuole": il JKD consiglia, non impone nulla.
Possiamo però definire il Jeet Kune Do secondo la celebre frase "Usa il non metodo come metodo, avendo nessun limite come limite": il Jeet Kune Do infatti non è una vera e propria arte marziale, ma un concetto, il concetto di semplicità, di efficacia e di economia delle energie: «un bravo combattente non è colui che ricorda a memoria determinate tecniche o movimenti, ma è colui che riesce sempre e comunque ad essere efficace, non importa che metodo usi, l'importante è ottenere il risultato prestabilito risparmiando più energia possibile.»

Molte scuole di JKD nacquero a seguito della morte del suo creatore, alcune originate direttamente dai suoi allievi, altre di seconda generazione, diverse senza nessun legame e infine, altre che usano il nome JKD solo per pubblicizzare il proprio stile.
Le due principali scuole in quest'ambito sono: Jeet Kune Do Concepts e Jeet Kune Do Original.
Nel Jeet Kune Do Concepts punta sulla continua evoluzione del JKD come stile, subendo numerose influenze da i vari stili di combattimento e le varie evoluzione che ne indicano.
Nel Jeet Kune Do Original o Jun Fan Jeet Kune Do si studia solo ciò che Bruce Lee aveva elaborato cercando di tramandarlo il più fedelmente possibile.
Ogni tecnica del Jun Fan Jeet Kune Do è stata sviluppata dal suo stesso creatore: Bruce Lee. Egli sviluppò tecniche specifiche dopo aver praticato col fratello la scherma orientale e sulla boxe. La posizione, il footwork, e altre strategie di movimento del JKD vengono direttamente dalla scherma. Anche il principio di base del JKD. Intercettare l'avversario, infatti, è un atteggiamento tipico della scherma. Ed è proprio questo principio che da il nome al Jeet Kune Do. Secondo Aldo Nadi e Julio Martinez Castello, due schermidori citati ampiamente negli scritti di Lee, l'idea centrale della scherma è poter sistemare il proprio avversario in modo da poterlo intercettare e colpirlo in un suo punto debole. Per i movimenti e la generazione massima di forza, Lee s'ispirò a pugili come Dempsey, Haislet, Driscoll. Anche costoro sono stati ampiamente citati negli scritti di Lee. Il jab verticale del JF JKD, il corretto allineamento, il modo di colpire un corpo, la rotazione del bacino e altre tecniche ancora derivano tutte dal pugilato. Nonostante abbia avuto forti influenze da entrambi gli sport, è importante precisare che il JKD non è boxe e non è scherma. Ogni singola tecnica è stata oggetto di analisi scientifiche, è stata modificata e provata in situazioni reali di combattimento.
A differenza degli stili orientali, da cui proveniva Lee, nel Jun Fan Jeet Kune Do si riscontra la totale assenza di kata. Secondo Lee, infatti, gli insegnamenti proposti dai kata non potevano risultare efficaci nei combattimenti reali. A proposito degli insegnamenti delle arti marziali classiche, Lee credeva che un combattimento reale fosse animato e dinamico. Essendo la situazione di un combattimento in cambio continuo, non è possibile contare su schemi e tecniche prestabilite in un confronto dinamico. Mosso da questa idea di base, Lee cercò di approfondire il modo di affrontare il combattimento reale: fu proprio in questo modo che iniziò a leggere libri di boxe e a studiare i campioni del passato.