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mercoledì 20 giugno 2012

Wing Chun


Wing Chun


Il Wing Chun o Wing Tsun o " Ving Tsun" (in Pinyin: yǒng chūn, Eterna) simboleggia l'eterna evoluzione delle arti marziali ed è uno stile di kung-fu derivato dal sistema di Shaolinquan (Siu Lam in una pronuncia Cantonese) del sud della Cina, presentando alcuni tratti tipici degli stili di quest'area geografica (Nanquan). Il nome è l'abbreviazione di Wing Chun Kuen (Pugilato dell'Eterna Primavera) e viene traslitterato in vari modi dalle diverse federazioni, ma nonostante il nome uguale o simile spesso vi sono sensibili differenze nell'interpretazione di alcuni princìpi.


Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Wing_Chun




                   La storia



            Il metodo

Wing Chun - Il metodo

Wing Chun - Il metodo

La posizione più importante e caratteristica di questo stile è Erzi Qian Panma (due caratteri del mezzo cavallo ferrato).


posizione Erzi Qian Panma nella forma Siunimtao
 

Nell'immaginazione collettiva, tipici del Wing Chun sono i pugni a catena: pugni di tipo verticale, ossia con dorso della mano parallelo all’asse del corpo, portati in rapida successione che mirano a seguire l'avversario colpendolo ripetutamente finché non è in grado di opporre resistenza. Tuttavia il Wing Chun contempla praticamente tutti i tipi di pugni, allenati sistematicamente per risultare funzionali sia in contatto che ad una distanza maggiore, con un uso più dinamico delle braccia chiamato spesso "frusta", che consente al braccio di scaricare potenza dal corpo in qualsiasi posizione si trovi. Anche per quanto riguarda i calci, in realtà è presente ben più di quanto sembra, mentre applicativamente vanno solitamente impiegati ad altezza medio-bassa, anche se in certe situazioni nulla vieta un calcio al viso, altezza che viene comunque allenata per ragioni d'esercizio.
Le armi tradizionali del Wing Chun sono il bastone, con la forma Look Dim Poon Kwan ed i coltelli a farfalla, con la forma Bart Cham Dao. Nelle scuole di Wing Chun incompleto, lo studio delle armi è però solitamente limitato ai livelli più avanzati poiché secondo la loro visione il combattimento a mani nude è considerato estremamente più importante. Pur trovando le sue origini principalmente negli stili animali di Shaolin (Wuxingquan), nel Wing Chun non vi sono espliciti richiami al mondo animale, ma il tutto è rapportato ad una "nuova" entità, l'essere umano. Peculiarità e specializzazione tipica del Wing Chun è il "contatto", ovvero un utilizzo della percezione tattile e cinestetica dell’azione, intenzione e biomeccanica avversaria a corta distanza. In questo caso attacchi e difese, azioni e reazioni, sono studiati "sentendo" l’avversario in contatto su di noi, solitamente ed inizialmente con le braccia, ma poi anche con gambe, spalle, busto e tutto il corpo; le reazioni durante il combattimento in contatto divengono geometricamente logiche ma soprattutto istintive e più rapide, in misura molto maggiore di quanto lo sarebbero in relazione ad uno stimolo di tipo puramente visivo. Ovviamente tutto questo si fonde in maniera omogenea ed a seconda delle necessità con il combattimento senza contatto.
Non esistono "mosse" o "trucchetti", si creano delle basi tecniche da combinare inconsciamente a seconda delle necessità. Le tecniche singole non sono così numerose: l’idea, un po' come nella boxe occidentale, nella muay thai etc. è "minimo sforzo - massimo risultato", ovvero sviluppare reazioni il più possibile universali e che quindi abbisognano di meno "strumenti" possibili, da qui il detto secondo cui nel Wing Chun ogni tecnica non è altro che la deformazione di un pugno ed è unicamente uno strumento valido nella misura in cui lo è l'applicazione dei principi insegnati al corpo tramite gli esercizi dello stile.
I movimenti risultano esteticamente poco attraenti e per nulla acrobatici. Si riducono al minimo, sfruttando al massimo le proprie energie, amplificate e trasmesse dall’adeguato effetto leva fornito dal giusto uso del nostro corpo. Non esistono fantasie come calci volanti, urla o mistiche e nebulose pratiche esoteriche, soltanto praticità totale supportata da allenamento continuo. A differenza di altre scuole che cercano di inculcare varie filosofie etico-morali (Wude), il WingChun, in contrasto con la tradizione Shaolin da cui pretende di provenire, trasmette soltanto la comprensione del bisogno di continuo allenamento, vera via verso la padronanza di qualsiasi attività. Infatti, una buona traduzione di “Kung Fu” può essere “maestria” oppure “duro lavoro”.
e di quello armato, mentre in realtà, almeno per quanto riguarda la corrente Ip Man, le armi non sono considerate come tali ma vengono usate in maniera sistematica come potenziamento attraverso specifici esercizi dello stile già a partire dalla seconda forma, Chum Kiu. Successivamente, le forme ad esse dedicate, in realtà sono livelli di affinamento di tutto il Wing Chun praticato fino ad allora.

I principi del Wing Chun



"linea_centrale.jpg"
principio della linea centrale
Gli otto principi del Wing Chun creano un sistema di difesa aggressiva che consente di adattarsi immediatamente ai movimenti, la forza e al modo di combattere di un aggressore. Questi principi sono estremamente semplici. Ciononostante richiedono anni di pratica nelle forme del Wing Chun, nel Luk Sao, nel Chi Sao e soprattutto nel Go Sao con un insegnante preparato, per consentire al corpo di acquisire questi riflessi e capirne le applicazioni in situazioni reali.


Oltre gli otto principi esistono altri principi altrettanto fondamentali:
  • Il principio della linea centrale
  • Il principio di simultaneità (difendere e attaccare allo stesso tempo)
  • Il principio del cuneo
  • Il principio della "raffica continua"
  • Il principio della molla
  • Il principio dei quattro cancelli
  • Il principio del gomito fisso (teoria del gomito nascosto e teoria del gomito raccolto)
Alcuni di questi princìpi si compenetrano. A seconda della scuola di provenienza alcuni princìpi potrebbero sussistere e altri no, oppure taluni potrebbero essere concettualmente compresi in altri. Probabilmente i più noti, comunemente accettati e usati sono i primi tre (Linea centrale, Simultaneità attacco/difesa, Cuneo).
A ben vedere i princìpi sono caratteristici di questo stile. Queste "linee guida" hanno nella pratica del Wing Chun la stessa valenza della correttezza delle tecniche. Nel Wing Chun non possono sussistere tecniche senza princìpi.
Qui di seguito vengono riportati i principi del Wing Chun nella formulazione di Keith R. Kernspecht:

Principi di combattimento

Se la strada è libera avanza
Avanzare coperti andando a bersaglio è il principio di base. Se l'avversario non è a sua volta coperto bene dalla propria guardia, verrà colpito subito negli organi vitali.
Se la strada è chiusa "appiccicati" all'avversario
Se l'aggressore cerca di reagire non bisogna lasciargli l'opportunità di staccarsi e organizzare un contrattacco. Perciò attaccatevi a lui come un guanto, non lasciategli il tempo di retrocedere e organizzarsi, ma continuate ad attaccarlo.
Se l'avversario avanza, cedi
Normalmente un aggressore è fisicamente più forte della sua vittima, per questo nel Wing Chun ci si allena ad avere la meglio su forze superiori alla nostra. Il Chi sao insegna semplicemente a "svuotarsi" quando un attacco è troppo forte, e a reagire cambiando il proprio angolo e la propria posizione rispetto all'avversario.
Se l'avversario indietreggia seguilo
Anche se un nostro attacco viene evitato, ne segue immediatamente un altro - Il Chi sao allena i riflessi a sentire immediatamente qualunque "buco" nella difesa dell'avversario e ad approfittarne immediatamente, senza esitazione.

Principi di forza

Liberati della tua forza
Occorre essere rilassati, non tesi, per muoversi con fluidità e reagire alle azioni del proprio aggressore. Dando per scontato che non possiamo vincere lo scontro con i muscoli, la nostra stessa forza non deve diventare un freno, bensì dobbiamo lasciare la muscolatura rilassata, per poterci muovere nella maniera più continua e veloce possibile.
Liberati della forza dell'avversario
Questo è spiegato bene nel terzo principio di combattimento. Quando un aggressore cerca di usare la forza per avere la meglio, non bisogna cercare di opporsi con altrettanta forza, ma bisogna invece far andare a vuoto la forza di chi aggredisce, per poi usarla contro di lui (come dice il principio successivo).
Usa la forza dell'avversario
Con l'allenamento si impara che, assorbendo la forza dell'avversario, il nostro contrattacco diventa molto più potente, perché incameriamo la sua energia nei nostri arti, come molle che vengano compresse; siamo poi in grado di restituire tale energia una volta che queste "molle" vengano rilasciate.
Somma la tua forza alla forza dell'avversario
Oltre all'energia incamerata dal contatto con l'aggressore, nei nostri colpi scarichiamo anche tutta la forza che abbiamo a disposizione.

Le forme del Wing Chun

Solitamente le forme del Wing Chun sono 6, almeno nella corrente Ip Man (che in realtà prevede anche altro tra cui la forma delle gambe). Le prime tre si eseguono a mani nude; la quarta all'uomo di legno; la quinta con il bastone lungo; la sesta con i cosiddetti "coltelli a farfalla".
Ecco una panoramica con i relativi nomi in uso:
  1. Siu Nim Tau ("Piccola Idea")
  2. Cham Kiu ("Braccia a Ponte")
  3. Biu Tze ("Dita che trafiggono")
  4. Muk Yan Chong (Uomo di legno)
  5. Luk Dim Boon Kwun (bastone da 6 punti e mezzo)
  6. Bart Cham Dao (coltelli a farfalla)
Ip Man come detto insegnava anche la forma delle gambe:
  • Sap Lok Gerk Fat (composto da 16 calci)
Molto spesso poi oltre a questo vengono insegnate altre forme come l'utilizzo del Qigong; vediamone alcune:
  • Cheun Quen (Pugno a freccia)
  • Sar Pao Quen (sacco a muro)
  • Qigong Tao Quen (Qigong)

Termini di Wing Chun

Trascrizione
della pronuncia cantonese
Caratteri semplificati
Caratteri tradizionali
Cantonese(Trascrizione in Yale)
Mandarino(Trascrizione in Pinyin)
Significato(in italiano)
bong sao
膀手
(come semplificati)
bong sau
bǎngshǒu
mani ad ala
cham/jam sao
沈手
沉手
cham sau
chénshǒu
mano che si immerge, mano pesante, mano profonda, mano che affonda
chi sao
黐手
(come semplificati)
chi sau
chǐshǒu
mani appiccicose,mani incollate
fook sao
伏手
(come semplificati)
fuk sau
fúshǒu
mano di controllo/ che controlla, Mano a ponte
gaun sao
耕手
(come semplificati)
gang sau
gēngshǒu
mano che devia tagliando
gerk
geuk
jiǎo
gamba
jut sao
窒手
(come semplificati)
jat sau
zhìshǒu
mano che strappa
huen sao
圆手
圓手
yun sau
yuánshǒu
mano che compie un movimento circolare
kuen
(come semplificati)
kyun
quán
pugno
lap sao
拉手
(come semplificati)
laap sau
lāshǒu
mano che tira afferrando
man sao
问手
問手
man sau
wènshǒu
mano che cerca/chiede
pak sao
拍手
(come semplificati)
paak sau
pāishǒu
mano che devia schiaffeggiando
sao
(come semplificati)
sau
shǒu
mano
sifu
师父
師父
si fu
shǐfù
maestro e padre, si collega al concetto che il proprio maestro diventa genitore.
si-gay




sorella maggiore
si-hing




fratello maggiore (titolo onorario)
tan sao
滩手
攤手
taan sau
tānshǒu
mano che devia aprendosi/mano che devia mostrando
wu sao
护手
護手
wu sau
hùshǒu
mano che protegge/difende


Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Wing_Chun

domenica 17 giugno 2012

Wing Chun - La storia

Wing Chun - Leggenda e storia


Le versioni sulla nascita dello Yongchunquan sono varie e spesso riportano nomi e date differenti.
Una leggenda vuole che il Wing Chun Kuen sia stato concepito dalla monaca buddhista Ng Mui (in Pinyin: Wu Mei) intorno alla seconda metà del XVII secolo, dopo essere sfuggita alla distruzione del monastero di Shaolin assieme ad altri monaci. Secondo Yip Man, in un suo scritto dal titolo Yongchun Yuanliu., la distruzione del tempio Shaolin del monte Song in Henan sarebbe avvenuta durante il regno di Kangxi (1662-1722).
Wu Mei era tra i sopravvissuti a tale distruzione assieme a Jee Sim, Bak Mei, Fung To-Tak e Miu Hin. Wu Mei a seguito di questo avvenimento si sarebbe rifugiata nel tempio Baiheguan sul monte Qixiashan dove conobbe Yim Yee e sua figlia Yim Wing Chun. Yim Wing Chun viene descritta come una giovane e avvenente fanciulla, tanto che attirò l’attenzione di un signorotto locale che volle costringerla a sposarlo, proprio per questo motivo Wu Mei si convinse ad insegnarle delle tecniche di combattimento che le permisero di sfidare e sconfiggere quell’uomo. In questo modo Yim Wing Chun poté sposare Leung Bok Chau, che faceva il mercante di sale in Fujian. Fu così che Yim Wing Chun, Leung Bok Chau e Yim Yee crearono lo Yongchunquan durante il regno di Kangxi.
Leung Ting pone la distruzione di Shaolin e la conseguente fondazione dello stile in un'altra epoca:
« Più di 250 anni or sono, durante il regno di Yongzheng (1723-1736) della Dinastia Qing, si racconta che ci fu un incendio presso il monastero Siu Lam mentre esso era sotto assedio da parte dei soldati del Governo Mancese »
(Leung Ting, Wing Tsun Kuen)
Un altro racconto vuole che Yim Wing Chun, durante il regno di Jiaqing della dinastia Qing, nella contea di Liancheng in Fujian, abbia creato lo stile partendo dagli insegnamenti del proprio padre, Yan Si il quale era un discepolo laico di Shaolinquan. In seguito Yim Wing Chun si sarebbe sposata con Liang Botao, del Jiangxi ed insieme si sarebbero trasferiti a Zhaoqing nel Guangdong.

Storicità

Un giudizio categorico viene espresso da Leung Ting, secondo cui lo stile deriverebbe dalle scuole di arti marziali del Fujian ed in particolare da quelle praticate in seno alla minoranza Hakka, subendo poi continue trasformazioni e cambiamenti nel corso delle generazioni. Quasi assoluto il discredito nei confronti della leggenda di Wu Mei (che lui scrive Ng Mui), della leggenda della distruzione di Shaolin (che lui scrive Siu Lam):
«  Il sistema Wing Tsun è derivato dal sistema di Kung-fu del Fukien, che è collegato al sistema degli Hakka…… Io ho molti dubbi a proposito dell’autenticità delle storie di Ng Mui che avrebbe creato il sistema dopo aver assistito al combattimento tra una volpe ed una gru, dell’incontro di Yim Wing Tsun con un locale delinquente, dell’incendio presso il monastero Siu Lam o ancora dell’esistenza stessa di Ng Mui. »
(Leung Ting, Wing Tsun Kuen)
Facciamo l'esempio dell'imperatore Kangxi:
«  Kangxi, il secondo imperatore Qing, era un grande sostenitore del Tempio Shaolin. Egli stesso scrisse i caratteri Shaolinsi per la famosa tavola lignea per lo Shaolin dell’ Henan, perciò egli non desiderò che si incendiasse il luogo che egli venerava. Ciò nonostante molti credono che sia stato Kangxi (a incendiare Shaolin)»
(Gene Ching, Bak Sil Lum vs. Shaolin Temple)
In generale viene rimessa in discussione la funzione anti Qing del tempio e l'avversione per esso da parte dei regnanti che invece storicamente gli furono molto legati: Durante la Dinastia Qing (1644-1911), il Tempio Shaolin fu molto riguardato dal governo. Gli imperatori Kangxi, Yonggzheng e Qianlong donarono a Shaolin parecchie autonomie e finanze. In special modo, la tavola dell’entrata principale fu scritta e regalata dall’Imperatore Kangxi.

Zhang Wu

C'è poi un'altra versione completamente diversa della storia. Sostiene che lo stile sia stato portato nel sud della Cina da Zhang Wu, un maestro conosciuto come Tanshou Wu (famoso appunto per il suo Tanshou, tansao, tecnica fondamentale). La storia inoltre sostiene che questo maestro abbia fatto la sua comparsa 100 anni prima di Yim Wing Chun, tanto più che le sue gesta sono narrate in un libro sull'opera teatrale cinese nella City Hall di Hong Kong: di lui si parla come musicista, attore e conoscitore di arti marziali. Fu lui quindi secondo questa versione ad insegnare il Wing Chun al Giunco Rosso. Han Guangjiu , nel suo Yongchunquan, riferisce la storia secondo cui un Monaco Superiore, ventiduesima generazione, del Tempio Shaolin del Songshan avrebbe trasmesso lo stile a Zhang Wu dell’Hunan, durante il regno di Qianlong (1736-1796). In questo caso lo Yongchunquan sarebbe stato un tipo di tecnica marziale utilizzata dalla Tiandihui, una Società Segreta anti-mancese. Zhang Wu era un famoso attore teatrale.
«  (Secondo una versione sulle origini) Yongchunchuan sarebbe il predecessore di Yongchunquan, essendo un tipo di scienza militare di combattimento della Tiandihui, un'organizzazione anti Mancese dell'epoca iniziale di questa Dinastia, creata da un superiore del Tempio Shaolin del Songshan in Henan. Questi la tramandò a Zhang Wu, un interprete del ruolo Marziale nel teatro Cantonese... Zhang Wu insegnò a vari attori dell'opera in Foshan»
(Jin Ling)

Zhishan Chanshi

Un'altra storia vuole che il nome dello stile provenga dalla sala Yongchundian del tempio Shaolin del Sud di Quanzhou in Fujian. Quando questo tempio venne dato alle fiamme, l'abate Zhishan Chanshi si aggregò ad una compagnia teatrale (la Hong Chuanzhong) come sguattero. In seguito tutti i membri della troupe divennero suoi allievi. Questa tradizione mostra dei punti di contatto con la precedente, inoltre come la precedente ha molti elementi storici a supporto. Nelle generazioni del Wing Chun spesso incontriamo attori teatrali o membri di questa Hong Chuanzhong, come nel caso di Li Wenmao attore coinvolto nella Tiandihui, o come per Huang Huabao e Liang Erdi che erano della Hong Chuanzhong. Questa storia è riportata anche da Ip Man (Yip Man), nel suo scritto citato sopra. Secondo la sua versione nella "Giunca Rossa" si riunirono gli insegnamenti di Wu Mei e quelli di Zhishan Chanshi attraverso proprio Huang Huabao e Liang Erdi.

Il nome

Sempre secondo la leggenda, lo stile deve il suo nome alla prima allieva di Wu Mei (Ng Mui), Yim Wing Chun, codificatrice e riorganizzatrice dello stile presso il tempio della provincia di Guangdong. Un'altra ipotesi sull'origine del nome è legata all'idea che lo Yongchunquan possa provenire dal Baihequan di Yongchun in Fujian. Per un'altra tradizione orale invece, visto che si pretendeva che lo stile fosse stato ideato espressamente per combattere i Mancesi (la dinastia Qing), sembra che gli venne attribuito il nome "Wing Chun" in quanto tale termine aveva un significato simbolico per i rivoluzionari. Yim Wing Chun sarebbe un personaggio di pura fantasia, visto che non compare in alcun modo nelle documentazioni relative a Shaolin ed alla nascita del Wing Chun, forse essa stessa facente parte della simbologia legata al nome. Altri sostengono che i migliori praticanti marziali cinesi del tempo si fossero riuniti per poter fondere le loro esperienze e conoscenze in un'unica arte marziale: la stanza dove portarono avanti tali studi venne chiamata Wing Chun ("Eterna Primavera"), a simboleggiare l'eterna evoluzione delle arti marziali. Sembra che, siccome il nome Yongchunquan si legò alla Rivolta di Li Wenmao, per sfuggire alla persecuzione imperiale il nome venne cambiato in Pugilato del Canto di Primavera.

Lungo i tempi, tra realtà e leggenda




lignaggio del Wing Chun (secondo Ip Man)
 
 

Anche sullo sviluppo storico dello Stile, le versioni sono varie. Ip Man racconta che Yim Wing Chun trasmise lo stile al marito Leung Bok Chau, che lo insegnò a Leung Lai Kwai. In seguito Leung Lai Kwai lo passò a Wong Wa Po. Quest’ultimo faceva parte di un gruppo operistico ambulante, conosciuto come "Il gruppo della barca del giunco rosso", gruppo che viveva su una barca in Foshan, nel XIX secolo circa. All'interno di questo gruppo c'era anche Leung Yee Tei, che strinse fratellanza con Wong Wa Po. Siccome Leung Yee Tei era stato allievo di Chi Shin (Jee Sim, altro monaco scampato all'assalto delle truppe della dinastia Qing assieme a Ng Mui), essi si scambiarono delle tecniche, in particolare Leung trasmise a Wong le tecniche del bastone Shaolin.
« Chi Shin insegnò le Tecniche della Lunga Pertica dei Punti Sei e Mezzo a Leung Yee Tei. Wong Wah Bo era molto vicino a Leung Yee Tei, ed essi scambiarono ciò che conoscevano sul Kungfu reciprocamente , collegando e migliorando le loro tecniche, e quindi le Tecniche della Luna Pertica dei Punti Sei e Mezzo fu incorporata nel Kungfu Wingchun.»
(Ip Man, The Origin of Wing Chun)
Wong e Leung cercarono di adattare quanto appreso al proprio stile e fu così che vennero introdotte nel loro Wing Chun, che stando ad alcune ricostruzioni, fino ad allora prevedeva solo l'uso indistinto di mani nude e coltelli a farfalla a seconda della necessità.
Come abbiamo visto, un'altra storia riguardo alla fondazione di questo stile indica Zhang Wu come il passaggio dal suo creatore nel Tempio Shaolin a Foshan, ed in particolare presso le troupe teatrali del luogo. Infatti Zhang Wu avrebbe trasmesso le proprie conoscenze agli attori. Wong Wah Bo e Leung Yee Tai avrebbero appreso proprio questo pugilato.
Leung Yee Tai a sua volta trasmise il Wing Chun al medico Leung Jan, grande esperto di arti marziali. Leung Jan divenne un eccezionale combattente e sostenne molti incontri (ricordiamo che all'epoca gli incontri concordati erano spesso vere e proprie sfide senza regole e che a volte solo il vincitore sopravviveva), senza mai essere sconfitto, tanto da diventare famoso nel sud della Cina col soprannome di "Re del Wing Chun", divulgando così lo stile. Furono famosi anche i suoi due figli: Liang Bi e Liang Chunjie. Tra i suoi allievi ricordiamo Chan Wah Sun.
Come si evince anche dal lignaggio che proviene da Zhang Wu, il dato storico comune, è il passaggio di questo stile dagli ambienti del Teatro Operistico del Guangdong, in particolare dalla Compagnia del Giunco Rosso. Da questo punto in avanti le varie versioni trovano più punti in comune: si arrivò a Leung Jan, che insegnò lo stile a Chan Wah Sun, uno dei maestri di Ip Man, colui che insegnò parte del programma a Bruce Lee che lo fece conoscere all'America degli anni sessanta tenendolo come nucleo tecnico e concettuale del suo Jeet Kune Do. In occidente il Wing Chun è stato per lo più insegnato dagli allievi della scuola di Ip Man.
Ad oggi è in atto un trattamento dello stile come un marchio, il che favorisce il proliferare di scuole che sulla carta insegnano la medesima arte, con nome diverso, pronunciato in maniera identica, però con differenze tecniche spesso abissali. Ancora oggi il significato del nome resta per certi versi incerto: molti ritengono infatti che il significato sia letteralmente "Pugilato della Radiosa Primavera", ma recenti studi dimostrano che il primo a dare agli occidentali una tale traduzione fu proprio lo stesso Ip Man e che in altre correnti il Wing Chun era conosciuto invece come "Pugilato dell'Eterna Primavera", con tanto di ideogramma leggermente diverso ma dalla stessa lettura.


Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Wing_Chun

venerdì 9 settembre 2011

Progressive Fighting Systems

Il Progressive Fighting System (PFS) è un sistema di combattimento creato da Paul Vunak e basato sul Jeet Kune Do. Il PFS è considerato un sistema molto efficace in combattimenti da strada, con l'importanza data alle testate, ginocchiate, gomitate ed al trapping. Queste tecniche formano la base di quello che è il RAT System, il
sistema di combattimento insegnato a forze speciali americane, sviluppato proprio con l'aiuto di Vunak. Vunak ha sempre sostenuto che il JKD non insegna tecniche superiori, ma sviluppa un combattimento efficace e attributi superiori. Non ci sono tecniche superiori nelle arti marziali, bensì metodi di allenamento superiori. Sempre stando a ciò che sostiene Vunak, le tecniche di JKD sono prese da altre arti marziali. L'obiettivo è quello di usare una tecnica per il più breve tempo possibile, finché la portata o la situazione non cambia, richiedendo un'altra tecnica, possibilmente di un'altra arte marziale. Questo vale anche per le tecniche ideate proprio da Vunak, come lo straight blast tirato in avanzamento rapido (a travolgere l'avversario) e le tecniche di headbutt, da usare solo ed esclusivamente quando la situazione lo permette. Caratteristica peculiare del PFS è anche l'utilizzo di protezioni pesanti durante gli allenamenti per quelli che vengono definiti crash test ovvero delle prove di aggressione a pieno contatto.

giovedì 8 settembre 2011

Escrima

 
Escrima o Eskrima è il nome di un antico sistema di combattimento filippino, conosciuto anche come Kali o Arnis de Mano, o ancora come FMA (Filipino Martial Arts).
Le tecniche di base insegnate sono estremamente semplificate. In un breve addestramento, con poco tempo a disposizione per allenarsi, solo le tecniche più semplici sono quelle che realmente possono essere usate con efficacia in battaglia. Questo permise agli abitanti delle tribù indigene, senza alcun addestramento militare, di potersi difendere da altre tribù o addirittura dall'aggressione di eserciti stranieri. A causa di questo primo approccio, l'Escrima può sembrare erroneamente un'arte marziale molto semplice da imparare.

Storia

"Escrima" in lingua filippina Tagalog ha lo stesso significato dello spagnolo "esgrima", ovvero "scherma". Il primo contatto storico del mondo occidentale con l'Escrima si ha nell'epoca delle prime conquiste coloniali che seguirono alle esplorazioni dei "nuovi mondi" scoperti dai grandi navigatori agli inizi del '500. Quando i "conquistadores" spagnoli arrivarono nelle Filippine, trovarono ad aspettarli tribù belligeranti che usavano armi tradizionali per difendersi. Ferdinando Magellano, in particolare, venne ucciso nella battaglia di Mactan del 1521 dal capotribù Lapu-Lapu: è lo stesso Pigafetta, che descrive nel suo diario di viaggio come gli indigeni uccisero Magellano con lance e con un "gran terciado (che è come una scimitarra, ma più grosso)". Dopo la conquista, gli spagnoli bandirono l'arte marziale indigena (che però rimase nascosta nelle danze e nei rituali popolari) sostituendola con la scherma spagnola. Il kali moderno risente ancora adesso dell'infuenza spagnola.
Molti ritengono che l'origine dell'Escrima si trovi nelle arti marziali indonesiane, che hanno le loro radici nel Kun Tao e nel Silat. Il Kun Tao (letteralmente la via del pugno) non è altro che una delle evoluzioni che ha avuto il Ch'uan Fa (conosciuto in occidente ed a Hong Kong con il termine Kung Fu e nella Cina moderna come Wu-shu), mentre il Silat deriva dai movimenti adottati dalle arti marziali della penisola indiana e della popolazione araba che si insediò in Indonesia verso il XIII secolo. Del resto, a partire da XIV secolo iniziò l'insediamento di popolazioni musulmane anche nel sud delle Filippine, invasione che si fermò con l'arrivo degli spagnoli: ancora oggi le isole meridionali dell'arcipelago filippino sono abitate dalla popolazione "moros" musulmana.
In realtà, gli innumerevoli stili delle arti marziali filippine hanno assorbito tecniche e schemi motori da qualsiasi arte marziale portata dai vari conquistatori delle Filippine che si sono succeduti nel corso della storia: indiani, arabi, spagnoli (con accompagnamento di portoghesi ed italiani), americani, giapponesi.

Escrima oggi

Ritenuta la migliore arte per imparare ad usare i coltelli ed a difendersi da essi, Escrima ha attirato persone non necessariamente interessate al suo aspetto culturale. Come conseguenza, molti sistemi di Escrima sono stati modificati, per renderli più "vendibili" ad un pubblico esteso. L'infuenza di altre arti marziali asiatiche sul modo di proporsi "sul mercato", ha portato ad una enfatizzazione del trapping, del controllo e del disarmo, focalizzandosi sull'aspetto dell'autodifesa. D'altra parte, il Kali-Arnis-Escrima non si è evoluto in senso sportivo come altre arti marziali (soprattutto giapponesi e cinesi), mantenendo una certa impronta guerriera dovuta alla sua origine (l'uso delle armi ne è insieme la causa e la diretta conseguenza).
I moderni metodi di allenamento tendono a curare meno il "footwork" e le tecniche di piede (che peraltro vengono assimilate con gli esercizi come veniva fatto anche anticamente) e le posizioni basse del corpo (che comunque erano adottate da non molti stili di Arnis/Escrima) soffermandosi sempre di più su tecniche dirette, maggiormente adatte ad essere imparate da chi non ha la possibilità di dedicare moltissimo tempo a queste discipline e che possono sembrare più efficaci, soprattutto in contesti in cui è richiesta una reazione immediata che non abbia avuto la necessità di anni e anni d'allenamento per essere acquisita.
Un altro campo in cui la disciplina si sta espandendo è il sincretismo con le tradizioni di scherma Europea, medioevale e rinascimentale, direzione in cui la sta sviluppando Master Bill Newman, allievo diretto di Latosa ed ora responsabile WTO per l'Escrima, così come sta approfondendo analogie e similitudini tra Kali-Arnis-Escrima e scherma rinascimentale italiana anche il Maestro Maurizio Maltese (uno dei quattro soci fondatori dell'AKEA prima, e fondatore dell'ISAM poi).

Non è raro veder praticare Escrima insieme ad arti marziali cinesi come Kempo e soprattutto Wing Chun nonché Jeet Kune Do. Nelle filippine molti maestri di Escrima ormai praticano come sistemi a mani nude anche discipline giapponesi come il Karate o lo Judo. Pochi sono quelli che, depositari della tradizione, ancora conservano l'arsenale disarmato autoctono originale. I collegamenti con l'Occidente si devono a Dan Inosanto. Fu proprio grazie a quest'ultimo che l'Escrima venne diffusa e conosciuta in tutto il mondo. Merito di Inosanto, infatti, è quello di aver dato senso, logica e didattica ad un'arte marziale (o meglio ad un corpus di arti marziali) altamente carente in tal senso. Le Arti marziali filippine, infatti, in quanto sistemi familiari, non possedevano una progressione didattica né una struttura ben definita e coerente di tecniche. I promotori di questo tipo di allenamento sostengono che le arti siano davvero simili in moltissimi aspetti, e negli altri siano complementari. Nel Wing Tsun (principalmente in quello della scuola EBMAS) l'escrima Serrada della scuola di Renè Latosa rappresenta il completamento dell'area del combattimento armato (nel Wing Tsun le armi tradizionali sono i coltelli a farfalla e il bastone lungo) inoltre è perfettamente armonica con molti principi dell'arte, quali il Dinamismo rivolto verso l'avversario, l'importanza di trovarsi offline, il sistema di spostamenti sul Triangolo per maggior sicurezza durante l'esecuzione delle tecniche, lo studio dell'uso del corpo e l'attenzione sensibile alle pressioni avversarie. È anche vero che in America, l'Escrima è ritenuta da molti più affascinante e facile da proporre insieme alle arti marziali asiatiche e questo spiega, in parte, il proliferare di stili e sottostili la cui reale efficacia e praticità è stata messa a volte in discussione.

Armi

La particolarità che più colpisce dell'Escrima è che si comincia lo studio dell'arte marziale imparando subito ad usare le armi. Successivamente si passa al combattimento a mani nude applicando le tecniche, le famiglie di movimento e le tattiche di combattimento apprese con le armi. Tutte le altre arti marziali cominciano sviluppando l'abilità nel combattimento a mani nude, per anni, prima di passare eventualmente alle armi. Questa particolarità delle FMA, è giustificata dal fatto che per imparare il combattimento a mani nude si usano gli stessi esercizi del combattimento armato, ponendo nella memoria fisica il fulcro di tutto l'addestramento. Secondo i maestri filippini, avere la disponibilità di un'arma pone in vantaggio durante un combattimento, inoltre, durante l'apprendimento dei movimenti e delle tecniche, utilizzare un'arma focalizza l'attenzione e velocizza i movimenti: doti che diventano utili anche nello scontro disarmato ed indispensabili in caso si fronteggiasse a mano nuda un avversario armato. Un'altra opinione di questi maestri, è che non ci si riesce a difendere da certe armi (ad esempio il coltello) se non si conosce a propria volta come usarle. Quando non si ha un'arma a disposizione (anche di fortuna), il corpo stesso deve diventare un'arma!

L'arma più comunemente utilizzata per cominciare l'apprendimento dell'Escrima è il bastone in rattan (chiamato "olisi", "yantok" o "baton" o "baston" a seconda dello stile), lungo all'incirca quanto il braccio del praticante, con una lunghezza che può variare dai 45 ai 70 cm. Altri bastoni usati per l'allenamento possono essere fatti con legni più duri e resistenti del rattan. Si usano anche bastoni d'alluminio o realizzati in plastiche molto resistenti. In molti sistemi si comincia con l'imparare il combattimento con due armi, che possono essere due bastoni, due coltelli o un bastone e un coltello (sistema chiamato "espada y daga"). Altre armi tradizionali possono essere il bastone lungo, il bastone da pugno (pocket stick), la lancia, lo scudo, la frusta e il nunchaku, oltre alle classiche armi da taglio filippine di medie dimensioni accumunate a quelle malesi: bolo (è praticamente un machete), kampilan (arma da taglio con lama rastremata verso l'impugnatura), barong (arma da taglio con lama a foglia leggermente curvata all'interno) e kriss (arma da taglio con lama serpeggiante che esiste anche di dimensioni inferiori).

Concetti tecnici di base

Il primo concetto tecnico su cui si fonda il Kali-Arnis-Escrima è utilizzare gli stessi movimenti usati per il maneggio di un'arma anche per il maneggio di armi diverse e per effettuare tecniche a mano nuda. Infatti, osservando attentamente le dimostrazioni tecniche di vari maestri ed istruttori di Escrima, si vede la quasi identica esecuzione della stessa tecnica, sia eseguita con un bastone che a mano nuda: vi sono solo piccoli aggiustamenti per adeguarsi a distanze di combattimento diverse e per sfruttare al meglio le differenti potenzialità offerte dalla mano prensile rispetto all'arma inerte.

Altro concetto tipico dell'Escrima, che si differenzia da altre arti marziali e che si ritrova solo nella scherma (e parzialmente nel Wing Chun), è la "numerazione degli angoli": gli attacchi vengono portati seguendo particolari traiettorie che comunque rientrano in "zone" che delimitano la figura umana del bersaglio. Per comprendere questo concetto, occorre immaginare la figura umana dell'avversario divisa perfettamente a metà da una linea verticale che attraversa tutto il corpo dalla estremità superiore della testa fino al pavimento: questa divide il bersaglio in due parti (destra e sinistra). A livello dell'ombelico, la figura viene di nuovo divisa in due parti da una linea parallela al terreno: il bersaglio a questo punto, è diviso in due ulteriori zone (alto e basso, oltre alla parte mediana corrispondente alla linea stessa). A prescindere dal tipo di colpo (di punta o di taglio, ascendente o discendente...), ogni attacco rientrerà in una delle quattro zone delimitate dalla linea verticale e da quella orizzontale. Conseguentemente, i filippini hanno creato un sistema di numerazione che identifica queste zone e l'allievo che impara le difese dai vari attacchi, impara anche a gestire allo stesso modo qualsiasi tipo di colpo portato in una determinata zona. Gli stili di Kali-Arnis-Escrima sono tanti, ma tutti hanno questi quattro angoli (che diventano cinque considerando anche quello costituito dagli attacchi portati direttamente sulla linea centrale verticale) iniziali in comune: a seconda della scuola, questi angoli possono aumentare tramite ulteriori differenzazioni e distinguo in 7, 12, 15, 24 o più angoli.

Una ulteriore differenza che esiste tra arti marziali di origine cino-giapponese e l'Escrima, è quella costituita dall'enfasi con la quale si predilige l'insegnamento delle tecniche tramite l'esecuzione di "routines" assieme ad un compagno, composte da esercizi ciclici, costituiti a loro volta dalla successione delle varie tecniche fino a quel momento imparate e da ulteriori esercizi che spingono l'allievo a "sperimentare" tecniche aggiuntive e variazioni, da applicare su uno schema ciclico fisso al fine di imparare ad adeguarsi alle mutevoli condizioni di un combattimento, aumentando la propria "sensibilità" e la capacità di applicare tecniche d'opportunità. Questi esercizi, che non hanno nulla a che fare con le "forme" presenti in altre discipline, sono chiamati "Abesedario", "Sumbrada" o "Sombrada", "Hubud", "Corridas", "Tapi-Tapi", "Palis", "Contrada", "Seguida" e con tanti altri nomi, a seconda dello stile e del particolare ambito del combattimento per lo studio del quale si rivolgono (a lunga, media o breve distanza).

Non solo armi

Nonostante il Kali-Arnis-Escrima sia conosciuto soprattutto per l'uso delle armi (soprattutto armi bianche da taglio e da percussione), in quest'arte esiste anche un vasto repertorio tecnico nel campo del combattimento a mano nuda che copre sia lo scontro tra opponenti disarmati, sia la difesa disarmata da attacco armato, rendendolo uno dei sistemi di combattimento più completi nell'ambito delle arti marziali.
Tale bagaglio tecnico viene comunemente chiamato "Pangamut" e si compone di tre aspetti.
Il primo è conosciuto come "Panantukan" e riguarda l'arte di colpire e difendersi utilizzando gli arti superiori: pugni, colpi di gomito, di avambraccio o con la mano aperta sono l'arsenale di tecniche utilizzate in quella che in occidente è chiamata anche "Boxe filippina". Oltre ai colpi, sono ovviamente previste anche tutte le tecniche "difensive", quali le "parate" (composte da "deviazioni", "blocchi", "opposizioni" e "assorbimenti") e le posture del corpo e delle braccia atte a consentire un attacco rimanendo protetti da eventuali reazioni dell'avversario. Anche a mano nuda vengono utilizzati movimenti ed approcci tattici derivati dalle tecniche studiate con l'impiego delle armi come, ad esempio, il movimento "sinawalli" (che deriva dall'utilizzo di due armi di uguale lunghezza, una per mano) o il "gunting" (che prevede, in fase difensiva, la distruzione dell'arto avversario, armato o meno, che sta portando l'attacco), nonché gli "spostamenti sul triangolo".
Il secondo aspetto riguarda i modi di colpire con gli arti inferiori e viene chiamato "Sikaran" (ma anche con altri nomi a seconda dello stile e dell'area di provenienza di quest'ultimo, come "Sipa" o "Pananjackman"), contemplando l'uso di calci e colpi di ginocchio. Anche in questo caso, si studiano gli utilizzi degli arti sia per l'attacco che per la difesa, applicando anche qui il concetto di gunting. I calci previsti nelle arti marziali filippine possono essere di qualunque tipo, per quanto siano quasi sempre preferiti i calci "bassi": calci portati ad una altezza superiore all'inguine, dai filippini sono considerati pericolosi per chi li effettua, in quanto si prestano a pronte e decisive reazioni da parte dell'avversario, quali una presa della gamba calciante con conseguente sbilanciamento e proiezione, oppure un contro-calcio che colpisce una qualsiasi delle numerose zone lasciate esposte nel calciare (gamba d'appoggio, inguine o la stessa gamba calciante secondo gli schemi previsti applicando il "gunting") o, peggio ancora, la ferita (anche grave) della gamba calciante se l'avversario è armato di arma da taglio o da "botta": certamente non si vedranno mai combattenti che praticano arti marziali filippine cercare di "disarmare" un attaccante armato di coltello o "machete" con un calcio alla mano armata.
L'ultimo aspetto è il cosiddetto "Dumog" (o "Buno", secondo gli stili) che comprende genericamente la "lotta", ovvero le tecniche di "controllo", di "sbilanciamento", di "proiezione" e soprattutto le "leve", le quali rivestono una particolare importanza in questa arte marziale per il loro utilizzo anche nelle tecniche di disarmo.
Anche nel campo del Pangamut, si privilegiano esercizi in coppia che sviluppano la "sensibilità" e che sono la variante a mano nuda dei rispettivi esercizi eseguiti anche a mano armata, soprattutto Hubud-Lubud e Sumbrada.